Nel terzo trimestre del 2024, il mercato immobiliare italiano ha confermato la propria fase di crescita, con aumenti significativi in termini di prezzi, domanda e offerta. Secondo l’ultimo report di Immobiliare.it, i prezzi medi delle abitazioni sono saliti del 4,6% rispetto allo stesso trimestre del 2023, con una domanda crescente (+27%) e un’espansione dell’offerta (+7,3%). Questi dati, insieme alla crescente richiesta di abitazioni di alta qualità e con elevata efficienza energetica, indicano che il mercato immobiliare offre interessanti opportunità di investimento, soprattutto per chi cerca proprietà di pregio in aree strategiche.

Prezzi in Crescita nei Segmenti Strategici: +4,6% su Base Annua

I prezzi degli immobili continuano a crescere, specialmente nelle regioni del Nord Italia, trainate dalle dinamiche di domanda e offerta. Milano, Bologna e Firenze restano al vertice con aumenti di valore nei quartieri centrali e semicentrali, dove la disponibilità di nuove costruzioni è limitata e l’interesse per gli immobili di qualità è in continua ascesa. In queste città, il prezzo al metro quadro supera spesso i 3.000 euro nelle aree più ambite, mentre il valore medio nazionale si attesta attorno ai 2.036 euro al metro quadro.

Questa crescita è sostenuta anche da una maggiore sensibilità per la qualità costruttiva e l’efficienza energetica, che premiano le abitazioni con finiture di livello superiore e con standard energetici più avanzati. Il settore delle nuove costruzioni è in espansione proprio per rispondere alla domanda di unità abitative che garantiscano comfort e sostenibilità, caratteristiche sempre più richieste anche per ragioni fiscali e di risparmio energetico.

Domanda in Forte Crescita: Spinta per gli Immobili di Alta Gamma

La domanda immobiliare in Italia è aumentata del 27% rispetto al terzo trimestre del 2023, mostrando un rinnovato interesse per le proprietà di fascia medio-alta. Nelle città metropolitane, la ricerca di abitazioni premium con spazi esterni privati è in continua crescita. Gli immobili con giardini, terrazze o attici sono diventati particolarmente richiesti da chi cerca un investimento che unisca qualità abitativa e valore immobiliare. Anche nelle aree urbane più verdi o in contesti residenziali semi-centrali, la domanda è cresciuta, confermando un trend positivo per le zone di pregio.

Questa crescita si è estesa anche agli immobili a destinazione mista, come gli spazi residenziali di lusso vicini a centri business o a poli turistici, che possono essere utilizzati per residenza principale o per locazioni a breve termine. Queste soluzioni risultano particolarmente interessanti per investitori che puntano a immobili capaci di attrarre un target selezionato, che ricerca comodità e servizi premium.

Offerta in Aumento: +7,3% con Focus su Proprietà di Valore

Il mercato ha visto un aumento dell’offerta del 7,3%, grazie alla disponibilità di nuove costruzioni e all’immissione di immobili che rispondono ai più recenti standard qualitativi. Il settore ha messo in luce una maggiore disponibilità di abitazioni con caratteristiche distintive, come la presenza di impianti tecnologici avanzati, isolamento termico ed efficienti sistemi di climatizzazione. L’aumento dell’offerta è stato particolarmente marcato nelle aree urbane in espansione, dove nuove aree residenziali si stanno sviluppando con un’attenzione speciale per soluzioni abitative di alta gamma.

La crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale ha portato anche ad un aumento dell’offerta di abitazioni certificate energeticamente, capaci di rispondere alla crescente sensibilità green dei compratori. Gli immobili certificati in classe A o superiori rappresentano una fetta crescente del mercato e costituiscono un’opportunità unica per chi desidera investire in proprietà che garantiscano una conservazione del valore nel lungo termine.

Dinamiche Geografiche: Nord Italia in Crescita, Opportunità per Investitori nel Sud

Al Nord, le città principali continuano a registrare i maggiori aumenti di valore, in particolare Milano, Bologna e Firenze, dove la domanda è concentrata su abitazioni di alto livello e ben collegate ai servizi. Le aree centrali e semi-centrali di queste città offrono interessanti opportunità per chi desidera investire in contesti di pregio, mentre aree limitrofe in via di sviluppo, come i nuovi quartieri residenziali di Milano e Torino, rappresentano una possibilità concreta di rivalutazione del capitale investito.

Al Sud, invece, pur con una crescita meno marcata, si evidenziano ottime opportunità nelle località costiere e turistiche come la Costiera Amalfitana, la Sicilia e la Puglia. Queste aree stanno vivendo un rinnovato interesse come destinazioni per seconde case di lusso o per investimenti destinati al mercato degli affitti turistici. Acquisire una proprietà in queste regioni permette di beneficiare dei prezzi ancora competitivi e delle potenzialità di un mercato che, soprattutto nel turismo, sta mostrando segni di espansione duratura.

Investire in Immobiliare: Opportunità e Strategia per i Prossimi Mesi

Le prospettive future indicano che il mercato immobiliare italiano continuerà a offrire opportunità di investimento per i segmenti residenziali di qualità. L’interesse crescente verso immobili efficienti dal punto di vista energetico e dotati di tecnologie smart sta guidando le preferenze di molti acquirenti, aprendo nuovi margini di valore per le proprietà che soddisfano questi requisiti. Inoltre, l’incremento dei tassi di interesse rende ancora più attraente il mercato degli affitti, soprattutto per chi acquista con l’obiettivo di ottenere una rendita costante.

Il segmento delle nuove costruzioni e delle ristrutturazioni di lusso rappresenta un’area particolarmente interessante per gli investitori. Gli immobili che rispondono agli standard ambientali più avanzati sono considerati una scelta sicura, sia per le agevolazioni fiscali sia per l’interesse costante di chi cerca soluzioni sostenibili e a basso consumo.

Pregio Immobiliare è qui per assistere chiunque desideri valutare queste opportunità, offrendo consulenze specializzate per l’acquisto di proprietà di valore nelle migliori location. Con un focus su immobili che garantiscono redditività e rivalutazione, aiutiamo i nostri clienti a individuare le soluzioni più vantaggiose, sia per uso abitativo che come investimento a lungo termine.


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Il Bonus Ristrutturazione 2025 offre ancora una volta ai proprietari di prime case la possibilità di ottenere una detrazione fiscale del 50% sulle spese sostenute per lavori di ristrutturazione, fino a un massimo di 96.000 euro. Questa misura, ormai consolidata nel panorama degli incentivi fiscali italiani, è un’opportunità preziosa per chi intende migliorare la propria abitazione principale, sia dal punto di vista estetico che funzionale. Con questa proroga, la legge di bilancio continua a sostenere il settore immobiliare e l’edilizia, in un momento in cui l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici sono al centro del dibattito pubblico.

Quali lavori sono coperti dal Bonus Ristrutturazione?

Il Bonus Ristrutturazione si applica a una vasta gamma di interventi. Che si tratti di manutenzione ordinaria o straordinaria, di risanamento conservativo o di ristrutturazioni vere e proprie, la normativa copre i lavori più comuni e quelli più complessi. Nello specifico, tra gli interventi ammissibili rientrano:

  • Manutenzione ordinaria: rifacimento di intonaci, pavimenti, tinteggiature, e riparazioni di guasti agli impianti.
  • Manutenzione straordinaria: rifacimento di impianti idraulici ed elettrici, sostituzione di infissi o serramenti.
  • Ristrutturazione edilizia: opere di modifica strutturale che alterano la distribuzione interna dell’immobile o l’aumento della volumetria, nel rispetto delle normative urbanistiche vigenti.
  • Interventi antisismici: messa in sicurezza statica delle strutture, particolarmente rilevante in zone ad alto rischio sismico.
  • Efficientamento energetico: installazione di impianti fotovoltaici, sostituzione di caldaie, isolamento termico di tetti e pareti.

Questi lavori non solo migliorano la qualità abitativa, ma possono contribuire anche a una significativa riduzione dei consumi energetici, con un impatto diretto sulle bollette. Se ben pianificati, questi interventi accrescono anche il valore dell’immobile, una strategia che può rivelarsi vincente per chi vuole investire nel proprio patrimonio a lungo termine.

Prima casa e detrazioni: chi può accedere al bonus?

La particolarità del Bonus Ristrutturazione 2025 è la sua destinazione d’uso: l’incentivo è riservato esclusivamente ai lavori effettuati sulla prima casa, ossia l’abitazione principale del contribuente. Questo significa che solo chi ha la residenza nell’immobile può beneficiare dell’agevolazione al 50%. Per le seconde case, infatti, l’aliquota scende al 36%, con un tetto massimo di spesa di 48.000 euro.

Questa distinzione è cruciale per capire a chi conviene pianificare una ristrutturazione nel 2025: chi possiede una seconda casa deve fare i conti con un limite di spesa e una detrazione più bassa, mentre chi vive nella prima casa può sfruttare appieno i benefici fiscali offerti dal governo.

Il Bonus Mobili: un incentivo complementare

Un ulteriore vantaggio del Bonus Ristrutturazione è la possibilità di abbinare il Bonus Mobili, un’iniziativa che permette di detrarre il 50% delle spese per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici destinati all’arredamento della casa ristrutturata. Questo bonus copre spese fino a 8.000 euro per il 2025, rendendolo ideale per chi, dopo aver completato gli interventi strutturali, vuole rinnovare l’arredo con mobili di qualità e apparecchi efficienti.

L’acquisto di elettrodomestici di classe energetica elevata, come frigoriferi, lavatrici o forni, non solo completa il miglioramento della casa, ma contribuisce ulteriormente a ridurre i consumi energetici, favorendo una maggiore sostenibilità abitativa.

Un incentivo per rilanciare il settore immobiliare e edilizio

Il Bonus Ristrutturazione non è solo una misura pensata per le famiglie, ma rappresenta anche un’importante leva economica per il rilancio del settore edilizio. Il governo stima un impatto positivo sull’intero comparto, grazie a una spesa pubblica stimata di circa 600 milioni di euro. Questo investimento è destinato a generare lavoro per migliaia di imprese edili, artigiani e fornitori di materiali, in un momento in cui il settore necessita di stimoli per crescere.

La ristrutturazione degli edifici è infatti uno dei fattori principali per migliorare l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare nazionale, contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico. Gli interventi di isolamento termico e l’installazione di impianti fotovoltaici sono solo alcuni esempi di come il Bonus Ristrutturazione possa essere utilizzato per creare case più efficienti e sostenibili, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità della vita dei cittadini.

Come sfruttare al meglio il Bonus Ristrutturazione

Per ottenere il massimo dal Bonus Ristrutturazione 2025, è fondamentale pianificare attentamente gli interventi e gestire in modo oculato il budget disponibile. Ecco alcuni consigli utili per chi intende ristrutturare la propria prima casa:

  1. Valutare le priorità: non tutti i lavori hanno lo stesso impatto in termini di comfort e valore economico. Interventi strutturali e di efficientamento energetico, come l’isolamento termico o l’installazione di una nuova caldaia, possono garantire un risparmio immediato e una rivalutazione dell’immobile a lungo termine.
  2. Richiedere preventivi accurati: prima di avviare i lavori, è fondamentale ottenere preventivi dettagliati da professionisti qualificati. Questo permette di stimare con precisione i costi e di evitare sorprese durante i lavori.
  3. Documentazione fiscale: per usufruire delle detrazioni, è necessario conservare tutta la documentazione fiscale relativa ai lavori. Le spese devono essere tracciabili e pagate tramite bonifico parlante, che indichi chiaramente i riferimenti normativi del bonus.
  4. Considerare l’arredo: se si prevede di ristrutturare, valutare anche il rinnovo dell’arredamento approfittando del Bonus Mobili, che può coprire una parte significativa della spesa per mobili ed elettrodomestici.

Un’occasione da non perdere per valorizzare la tua abitazione

Il Bonus Ristrutturazione 2025 è un’opportunità che non va sottovalutata per chi desidera migliorare la propria casa, ottimizzando i costi e aumentando il valore dell’immobile. Interventi come la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza antisismica offrono vantaggi sia a breve che a lungo termine. Pregio Immobiliare, esperta nel settore degli immobili di alta qualità, consiglia di sfruttare questa occasione per investire sulla propria abitazione, con soluzioni su misura che coniugano funzionalità e prestigio.

Pianificando gli interventi con il supporto di professionisti qualificati e prestando attenzione alla gestione fiscale, è possibile massimizzare i benefici offerti dal Bonus e rivalutare l’immobile in modo significativo.


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Il tempo stringe per i giovani under 36 che vogliono acquistare la loro prima abitazione: entro il 31 dicembre 2024 è ancora possibile beneficiare di due preziose agevolazioni, il Bonus prima casa under 36 e il Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa. Se hai intenzione di comprare la tua prima casa, queste opportunità fiscali potrebbero fare la differenza.

Bonus prima casa under 36: un’occasione da cogliere

Il Bonus prima casa under 36, prorogato fino alla fine dell’anno, offre un’opportunità imperdibile per i giovani con un ISEE inferiore a 40.000 euro. Questa misura è pensata per facilitare l’acquisto della prima abitazione, consentendo un importante risparmio sulle imposte legate alla compravendita immobiliare.

Quali imposte vengono eliminate?
Grazie a questo bonus, è possibile risparmiare su:

  • Imposta di registro, che normalmente è pari al 2% del valore catastale dell’immobile;
  • Imposta ipotecaria, una tassa fissa di 50 euro;
  • Imposta catastale, anch’essa fissata a 50 euro.

Inoltre, non si dovranno pagare né l’imposta di bollo né i tributi speciali catastali. Questo beneficio si estende anche ai mutui per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione della casa, facilitando così l’accesso al credito per i giovani.

Chi può usufruire del bonus prima casa under 36?

Per accedere a questa agevolazione, è necessario soddisfare alcuni requisiti fondamentali:

  • Età: devi avere meno di 36 anni nell’anno in cui viene firmato l’atto di acquisto;
  • ISEE: il reddito annuo non deve superare i 40.000 euro;
  • Residenza: dovrai trasferire la tua residenza nell’immobile entro 18 mesi dall’acquisto;
  • Tipologia di immobile: l’immobile acquistato deve essere destinato a uso abitativo principale e non rientrare nelle categorie catastali A/1 (abitazioni di lusso), A/8 (ville) o A/9 (castelli o immobili di particolare valore storico o artistico);
  • Contratto preliminare: è necessario che il contratto preliminare di acquisto sia stato registrato entro il 31 dicembre 2023.

Il Fondo di garanzia: un supporto aggiuntivo

Oltre al Bonus prima casa, i giovani possono beneficiare del Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa, accessibile a chiunque, indipendentemente dall’età. Questo fondo permette di richiedere mutui fino a 250.000 euro per l’acquisto o la ristrutturazione di un’abitazione da destinare a residenza principale.

Come funziona il Fondo di garanzia?
Il Fondo garantisce fino al 50% del capitale del mutuo, riducendo il rischio per la banca e rendendo più facile ottenere un finanziamento, soprattutto per chi non ha sufficienti garanzie. Inoltre, il tasso di interesse non può superare il Tasso Effettivo Globale Medio (TEGM), garantendo condizioni migliori rispetto ai mutui tradizionali.

Come richiedere il bonus casa e il Fondo di garanzia

La richiesta del Bonus prima casa under 36 deve essere presentata direttamente alla banca o all’istituto finanziario presso cui viene acceso il mutuo. Per il Fondo di garanzia, è possibile presentare domanda direttamente alla banca aderente. Tutti i moduli necessari sono disponibili sui siti di Consap S.p.A., del Ministero dell’Economia e delle Finanze, e delle banche partecipanti all’iniziativa.

Perché sfruttare queste agevolazioni?

L’acquisto della prima casa è un traguardo importante, ma spesso complesso da raggiungere per i giovani. Il Bonus prima casa under 36 e il Fondo di garanzia offrono una via d’accesso facilitata al mercato immobiliare, riducendo gli oneri fiscali e rendendo più agevole ottenere un mutuo. Approfittare di queste agevolazioni entro il 2024 può fare una differenza significativa nel costo complessivo di acquisto.

Non perdere questa opportunità: informati subito presso la tua banca o il tuo consulente finanziario e scopri come approfittare delle agevolazioni per acquistare la tua prima casa.

Pregio Immobiliare è al tuo fianco

Se stai cercando la tua prima casa o desideri saperne di più su come sfruttare queste agevolazioni, Pregio Immobiliare è qui per aiutarti. Con la nostra esperienza nel mercato immobiliare di alto livello e un team di esperti dedicati, ti guideremo passo dopo passo nel processo di acquisto. Contattaci oggi stesso per scoprire le migliori opportunità disponibili!.


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La vendita di immobili a stranieri in Italia rappresenta un’opportunità di crescita importante per il mercato immobiliare, soprattutto dopo la pandemia, che ha visto un ritorno di interesse per il nostro paese da parte di acquirenti internazionali. L’Italia, con la sua ricchezza di paesaggi, storia e qualità della vita, rimane una delle destinazioni più ambite per chi cerca una seconda casa o un investimento sicuro. Tuttavia, vendere casa a un compratore straniero comporta delle sfide specifiche che devono essere affrontate con una solida comprensione della normativa vigente. Conoscere e applicare correttamente le leggi italiane sulla compravendita a stranieri può rendere il processo fluido e senza intoppi, assicurando la tutela di entrambe le parti.

La normativa italiana: Chi può acquistare casa in Italia?

La prima domanda che sorge quando si tratta di vendere un immobile a un cittadino straniero è: chi può acquistare una proprietà in Italia? La risposta non è immediata e dipende da diversi fattori, tra cui la nazionalità e lo status di residenza dell’acquirente.

In generale, la legge italiana consente l’acquisto di beni immobiliari a:

  • Cittadini dell’Unione Europea (UE) e dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA), che godono di pieno diritto all’acquisto di proprietà in Italia senza particolari restrizioni.
  • Apolidi e rifugiati, che possono acquistare a condizioni simili ai cittadini italiani.
  • Stranieri che risiedono legalmente in Italia da almeno tre anni. Questo gruppo include cittadini extracomunitari che abbiano un regolare permesso di soggiorno, garantendo loro il diritto di acquistare immobili.

Per gli acquirenti che non rientrano in queste categorie, è comunque possibile acquistare proprietà, ma a determinate condizioni. Uno straniero che non risiede stabilmente in Italia può acquistare solo se è titolare di un permesso di soggiorno o di una carta di soggiorno. Inoltre, esiste la possibilità di acquistare anche se lo stato di origine dell’acquirente ha stipulato un trattato internazionale con l’Italia che regola la reciprocità nell’accesso al mercato immobiliare. Questo principio di reciprocità significa che se un cittadino italiano può acquistare immobili nel paese di origine dello straniero, allora anche quest’ultimo può farlo in Italia. Tale condizione deve essere verificata prima della stipula dell’atto notarile.

Documentazione necessaria: Come uno straniero può comprare casa in Italia?

Una volta chiarito chi può acquistare, è essenziale comprendere quali documenti sono richiesti affinché la transazione possa essere legalmente conclusa. In Italia, il processo di compravendita immobiliare richiede una serie di documenti standard per garantire la validità legale dell’acquisto.

Gli acquirenti stranieri devono produrre i seguenti documenti:

  • Codice fiscale: il codice fiscale italiano è indispensabile per qualsiasi operazione economica, incluse le compravendite immobiliari. Gli acquirenti stranieri possono richiederlo facilmente tramite l’Agenzia delle Entrate o attraverso il consolato italiano nel loro paese.
  • Passaporto valido: essenziale per l’identificazione dell’acquirente.
  • Permesso di soggiorno o carta di soggiorno, se l’acquirente non è cittadino UE o EFTA. Questo documento attesta la legalità della permanenza dell’acquirente in Italia.

Questi documenti sono fondamentali per permettere la corretta redazione dell’atto di compravendita. È importante notare che l’assenza di uno di questi requisiti potrebbe bloccare o ritardare il processo.

La lingua: L’importanza della comprensione nell’atto notarile

Uno dei passaggi più delicati della compravendita immobiliare con acquirenti stranieri riguarda la lingua. In Italia, per legge, l’atto notarile deve essere compreso da tutte le parti coinvolte. Se l’acquirente straniero non parla e comprende perfettamente l’italiano, sarà necessario predisporre l’atto in una doppia lingua: italiano e la lingua madre dell’acquirente. Questa traduzione deve essere ufficialmente affidata a un traduttore giurato, il quale ha il compito di verificare che l’acquirente abbia piena comprensione di tutti i termini contrattuali. Il traduttore stesso dovrà firmare l’atto notarile, certificando la fedeltà della traduzione.

Alternativamente, se l’acquirente preferisce, può delegare il processo a un rappresentante legale tramite una procura speciale. In questo caso, il rappresentante legale (che dovrà essere fluente sia in italiano che nella lingua madre dell’acquirente) firmerà l’atto notarile per conto dell’acquirente, eliminando così la necessità di traduzioni aggiuntive. Questo metodo può velocizzare notevolmente la procedura, soprattutto in situazioni in cui la compravendita è urgente.

Come gestire il pagamento in caso di conto corrente estero?

Una delle questioni più tecniche ma cruciali nella vendita di un immobile a un acquirente straniero è la gestione del pagamento. Se l’acquirente possiede un conto corrente presso un istituto di credito italiano, l’operazione si svolgerà seguendo le normali procedure bancarie. In caso contrario, l’acquirente sarà tenuto ad aprire un conto in Italia per trasferire le somme necessarie alla compravendita.

Tuttavia, vi è anche una soluzione alternativa: l’acquirente può affidarsi a un mandato fiduciario al notaio che stipulerà l’atto. Con questo mandato, il notaio diventa responsabile della gestione delle somme destinate alla compravendita. In pratica, il notaio riceverà il denaro sul proprio conto fiduciario e, al momento della firma dell’atto, trasferirà le somme al venditore tramite bonifico o assegno circolare. Questo meccanismo garantisce che il trasferimento delle somme avvenga in modo sicuro e trasparente, riducendo i rischi per entrambe le parti.

Imposte e adempimenti fiscali: Quali tasse deve pagare lo straniero?

Le imposte sulla compravendita immobiliare in Italia non variano in base alla nazionalità dell’acquirente. Che si tratti di un cittadino italiano o di un acquirente straniero, le tasse applicate sono le stesse. Le principali imposte da considerare sono:

  • Imposta di registro.
  • Imposta ipotecaria.
  • Imposta catastale.

Queste imposte vengono calcolate in base al valore dell’immobile e alla sua destinazione d’uso (prima casa, seconda casa, ecc.). È importante che l’acquirente straniero sia informato di queste tasse in anticipo, per evitare spiacevoli sorprese al momento della conclusione della compravendita.

Perché scegliere Pregio Immobiliare per vendere casa agli stranieri?

Quando si tratta di vendere un immobile a un acquirente straniero, affidarsi a professionisti con esperienza nel mercato internazionale è fondamentale. Pregio Immobiliare è perfettamente attrezzata per gestire queste operazioni grazie a un team di esperti multilingue e altamente qualificati. Il nostro personale madrelingua conosce a fondo le esigenze degli acquirenti esteri e sa come comunicare efficacemente in lingua, eliminando qualsiasi barriera linguistica e assicurando che ogni fase del processo venga condotta con massima trasparenza e precisione.

Non solo siamo in grado di fornire assistenza in diverse lingue, ma siamo anche esperti nella gestione di tutte le problematiche tecniche e legali che possono sorgere durante una transazione internazionale. La nostra profonda conoscenza della normativa italiana e delle specificità del mercato ci permette di accompagnare sia i venditori che gli acquirenti attraverso un percorso sicuro, dall’inizio delle trattative fino al rogito finale.

Inoltre, il nostro team si occupa anche di tutte le traduzioni ufficiali necessarie, lavorando a stretto contatto con traduttori giurati e notai, così che l’atto notarile sia pienamente compreso da entrambe le parti.

Conclusioni

Vendere un immobile a stranieri può sembrare una sfida, ma con il giusto partner diventa un processo semplice e vantaggioso. Grazie alla nostra esperienza e al personale qualificato, Pregio Immobiliare è in grado di gestire con successo qualsiasi compravendita internazionale, garantendo che tutte le parti coinvolte siano tutelate e soddisfatte.

Se desideri vendere casa a un acquirente straniero, rivolgiti a Pregio Immobiliare: ti offriremo un servizio personalizzato, con personale madrelingua e soluzioni su misura per ogni esigenza. Il nostro obiettivo è assicurarti una transazione rapida, sicura e senza intoppi.


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Il Decreto Salva Casa, entrato in vigore il 28 luglio 2024, ha apportato una serie di semplificazioni importanti nel settore dell’edilizia e dell’urbanistica, introducendo misure che agevolano l’installazione di elementi come le pergole bioclimatiche, le VEPA e le pergotende. Queste nuove disposizioni rendono più semplice e accessibile la realizzazione di strutture che possono migliorare il comfort abitativo, valorizzando gli spazi esterni e contribuendo all’efficientamento energetico delle abitazioni.

Cosa Sono le VEPA e le Pergotende e Quali Sono le Novità del Decreto Salva Casa?

Prima di addentrarci nelle specifiche del decreto, è importante comprendere cosa sono le VEPA e le pergotende. Le VEPA, acronimo di Vetrate Panoramiche Amovibili, sono strutture in vetro completamente trasparenti, prive di telaio, e si possono richiudere su se stesse, creando una barriera temporanea che offre protezione dagli agenti atmosferici, senza modificare in modo permanente la struttura dell’edificio. Queste vetrate permettono di sfruttare al meglio gli spazi esterni, come terrazzi o balconi, anche durante le stagioni più fredde o piovose, migliorando l’isolamento termico e acustico.

Le pergotende, invece, sono tende montate su strutture di supporto che possono essere fissate a un muro perimetrale o al pavimento. Queste strutture, generalmente in metallo o legno, sostengono un telo retrattile, offrendo protezione solare e riparo dagli agenti atmosferici.

Grazie al Decreto Salva Casa, entrambe queste soluzioni sono ora inserite nelle opere che possono essere realizzate senza il bisogno di titoli abilitativi, rendendo il processo di installazione molto più snello e accessibile.

VEPA: Installazione più Semplice e Maggiore Flessibilità

Le nuove disposizioni del Decreto Salva Casa, integrando il Testo Unico sull’Edilizia (TUE), hanno reso più semplice l’installazione delle VEPA. In particolare, l’articolo 6, comma 1, lettera b-bis del TUE, ora consente di installare queste vetrate non solo sui balconi aggettanti dal corpo dell’edificio ma anche nelle logge rientranti e nei porticati. Ciò significa che i proprietari di immobili possono ora sfruttare al meglio gli spazi esterni, proteggendoli dagli agenti atmosferici senza dover richiedere permessi specifici al Comune.

Tuttavia, ci sono limitazioni da tenere presenti: l’installazione delle VEPA non è permessa nei porticati che si affacciano su spazi pubblici o che sono gravati da diritti di uso pubblico, come spesso accade nei centri storici. In questi casi, la presenza di una VEPA potrebbe ostacolare il passaggio pedonale o alterare l’aspetto estetico dell’edificio.

Pergotende: Installazione Senza Burocrazia e Nuove Opportunità di Comfort

Anche per quanto riguarda le pergotende, il Decreto Salva Casa ha introdotto importanti semplificazioni. La disciplina per l’installazione di queste strutture è stata inserita nello stesso articolo previsto per le VEPA (articolo 6, comma 1, lettera b-ter del TUE), permettendo la realizzazione di opere di protezione solare o dagli agenti atmosferici senza la necessità di permessi edilizi. Queste strutture possono essere fisse o mobili, e possono includere elementi come tende da sole, pergole bioclimatiche e coperture retrattili.

È fondamentale sottolineare che, affinché una pergotenda rientri tra le opere di edilizia libera, deve mantenere la sua funzione principale di protezione temporanea dal sole e dagli agenti atmosferici. Non deve trasformarsi in una struttura permanente o in una veranda chiusa, poiché in questo caso sarebbe soggetta a permessi e autorizzazioni più stringenti.

Attenzione ai Limiti e alle Condizioni per VEPA e Pergotende

Nonostante le agevolazioni introdotte dal Decreto Salva Casa, ci sono dei limiti da rispettare:

  • Le VEPA e le pergotende non possono trasformarsi in strutture stabili e chiuse, poiché ciò comporterebbe un aumento non autorizzato di volumetria e superfici.
  • Devono rispettare l’impatto estetico dell’edificio, armonizzandosi con le linee architettoniche preesistenti e riducendo al minimo l’ingombro visivo.

Inoltre, è sempre consigliabile consultare il regolamento condominiale prima di procedere con l’installazione, poiché potrebbero esserci limitazioni specifiche previste a livello condominiale. Infine, la realizzazione di queste strutture deve rispettare eventuali vincoli paesaggistici, norme di sicurezza e criteri antisismici, soprattutto in caso di installazione nelle logge o nei porticati.

Un Caso Pratico: Quando la Pergotenda si Trasforma in una Veranda

Un esempio recente ha evidenziato l’importanza di rispettare i requisiti tecnici e normativi delle pergotende. La sentenza del Consiglio di Stato del 23 luglio 2024, n. 6652 ha confermato l’ordine di demolizione di una struttura realizzata come pergotenda, ma che in realtà presentava caratteristiche tipiche di una veranda chiusa, con copertura rigida e vetrate scorrevoli su tutti i lati. In questo caso, la struttura aveva superato il concetto di “protezione temporanea” e, di conseguenza, richiedeva i relativi permessi edilizi.

Un’Opportunità per Valorizzare gli Spazi Esterni in Modo Semplice

Grazie alle nuove disposizioni del Decreto Salva Casa, realizzare VEPA e pergotende è oggi più facile che mai. Questa semplificazione normativa rappresenta un’opportunità per valorizzare gli spazi esterni delle abitazioni, migliorandone il comfort e l’efficienza energetica senza dover affrontare complessi iter burocratici.


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Prezzi delle Case in Aumento: L’Analisi di ISTAT Rileva una Crescita del 2,9% nel II Trimestre 2024

Il mercato immobiliare italiano sta attraversando una fase di crescita sostenuta e diffusa, come confermato dall’ultima rilevazione dell’ISTAT relativa al secondo trimestre del 2024. L’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) ha registrato un aumento del 2,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e un incremento del 3,2% rispetto al trimestre precedente. Questo segnale di rafforzamento del mercato è un chiaro indicatore di una domanda crescente e di una ritrovata fiducia da parte degli acquirenti e degli investitori.

Abitazioni Nuove: Un Segnale di Rinnovamento e Modernità

Il dato più interessante riguarda le abitazioni nuove, che si confermano il principale motore di crescita del mercato immobiliare italiano. Con un aumento dell’8,1% rispetto all’anno precedente, le nuove costruzioni stanno rispondendo a una richiesta sempre più esigente da parte degli acquirenti, che cercano soluzioni abitative moderne, dotate di comfort e tecnologie avanzate. Tale trend evidenzia come il settore stia rispondendo alle esigenze di una clientela più attenta alla qualità della vita, all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale. Non a caso, questa accelerazione è ben superiore a quella registrata nel trimestre precedente (+5,3%), evidenziando una forte ripresa del settore delle nuove costruzioni.

Abitazioni Esistenti: Una Crescita che non si Ferma

Sebbene la crescita dei prezzi delle abitazioni esistenti sia più contenuta rispetto alle nuove costruzioni, l’aumento dell’1,9% rispetto allo scorso anno segnala una ripresa anche in questo segmento. Ciò indica che il mercato immobiliare italiano sta vivendo una fase di espansione globale, in cui anche gli immobili più datati beneficiano del rinnovato interesse degli acquirenti. Tale aumento può essere attribuito a diversi fattori, tra cui la crescente domanda di immobili da ristrutturare e personalizzare, nonché l’attrattività di soluzioni abitative già inserite in contesti urbani consolidati e ricchi di servizi.

Compravendite in Ripresa: Un Settore che Rinasce

Oltre all’aumento dei prezzi, è importante sottolineare la ripresa dei volumi di compravendita, che nel secondo trimestre del 2024 sono cresciuti dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo dato è particolarmente significativo perché segue un trimestre caratterizzato da un calo del 7,2%, segnale che il settore sta recuperando terreno dopo un periodo di difficoltà. Il ritorno a una dinamica positiva nelle transazioni immobiliari rappresenta un indicatore chiave della salute del mercato e dimostra come la fiducia dei consumatori e degli investitori sia in costante crescita.

Analisi Territoriale: Una Crescita Omogenea su Tutto il Territorio Nazionale

Uno degli aspetti più interessanti di questa ripresa è la diffusione dell’aumento dei prezzi su tutto il territorio nazionale. Nel Sud e nelle Isole, i prezzi delle abitazioni registrano la crescita più significativa, con un aumento del 3,9% rispetto all’anno precedente, trainato soprattutto dalle abitazioni nuove che mostrano un incremento del 9,5%. Questo dato dimostra come anche le regioni tradizionalmente considerate meno dinamiche dal punto di vista immobiliare stiano beneficiando di un rinnovato interesse da parte degli acquirenti.

Al Nord-Est, la crescita dei prezzi si attesta al 3,7%, mentre il Nord-Ovest registra un incremento del 2,5%. Anche il Centro Italia mostra segnali positivi, con un aumento del 2,2%, segno che la ripresa del settore immobiliare è un fenomeno diffuso e non limitato a singole aree geografiche.

Focus sulle Principali Città Italiane: Milano, Roma e Torino in Primo Piano

Milano si conferma come la città trainante del mercato immobiliare, con un aumento dei prezzi del 4,7% su base annua, anche se leggermente rallentato rispetto al trimestre precedente. Questo dato evidenzia come la città meneghina continui a essere il punto di riferimento per gli investimenti immobiliari in Italia, grazie alla sua capacità di attrarre acquirenti interessati a immobili di alto profilo e a soluzioni abitative di lusso.

Roma mostra segnali di ripresa importanti, con una crescita dell’1,6% rispetto al calo dello 0,8% registrato nel trimestre precedente. Questa inversione di tendenza rappresenta un dato significativo per la Capitale, che sta ritrovando il suo ruolo di protagonista nel mercato immobiliare italiano. Infine, Torino, pur registrando un aumento più contenuto dello 0,3%, mostra segnali di recupero, lasciando intravedere prospettive positive per il futuro.

Pregio Immobiliare: Al Vostro Servizio per Sfruttare al Meglio le Opportunità del Mercato

In un contesto così dinamico e in costante evoluzione, Pregio Immobiliare si posiziona come partner ideale per chi desidera investire o vendere nel mercato immobiliare di fascia alta. La nostra competenza, unita alla profonda conoscenza delle dinamiche di mercato, ci consente di offrire soluzioni personalizzate e strategie efficaci per valorizzare al massimo ogni proprietà.

Sia che siate interessati all’acquisto di un’abitazione nuova e all’avanguardia, o che vogliate investire in una proprietà esistente ricca di potenziale, il nostro team è a vostra disposizione per guidarvi in ogni fase del processo, garantendo un servizio di eccellenza, competenza e attenzione ai dettagli.

Conclusioni e Prospettive Future

Il secondo trimestre del 2024 segna un’importante fase di crescita e consolidamento per il mercato immobiliare italiano, trainato principalmente dall’aumento dei prezzi delle abitazioni nuove. Il quadro generale appare positivo, con segnali di ripresa diffusi su tutto il territorio nazionale e un aumento dei volumi di compravendita che fa ben sperare per il futuro.

Pregio Immobiliare rimane a vostra disposizione per assistervi nel cogliere le opportunità offerte da questo mercato in continua evoluzione, assicurandovi un’esperienza di compravendita all’altezza delle vostre aspettative. Non esitate a contattarci per scoprire come possiamo supportarvi nel realizzare il vostro prossimo investimento immobiliare di successo.


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Quando si riceve un immobile in donazione, è fondamentale essere informati sull’imposta di donazione, un tributo che può essere dovuto allo Stato in specifiche circostanze. Questo tipo di trasferimento gratuito di beni, che può sembrare vantaggioso dal punto di vista economico, può avere conseguenze fiscali significative. Pertanto, è essenziale conoscere le norme vigenti, le aliquote applicabili e le franchigie previste, che variano in funzione del legame tra il donante (chi cede il bene) e il donatario (chi lo riceve).

Che Cos’è la Donazione e Come Funziona

La donazione è un contratto attraverso il quale una persona (donante) trasferisce a un’altra (donatario) un bene o un diritto senza richiedere alcun pagamento in cambio. Questo tipo di cessione è caratterizzato dalla gratuità e può avvenire sia per beni mobili che immobili. Tuttavia, anche se non è richiesto un corrispettivo monetario per il trasferimento del bene, in alcune situazioni il donatario è tenuto a pagare un’imposta di donazione allo Stato.

Calcolo dell’Imposta di Donazione: Aliquote e Franchigie

L’imposta di donazione non è applicata indiscriminatamente, ma varia a seconda del valore del bene donato e del grado di parentela tra donante e donatario. Questo è cruciale per determinare sia l’aliquota che le franchigie di esonero. Le principali categorie sono:

  1. Donazioni a Coniuge, Figli e Nipoti: In caso di donazione tra coniugi o parenti in linea retta (genitori e figli, nonni e nipoti), si applica un’aliquota del 4%, con una franchigia di 1 milione di euro per ciascun beneficiario. Questo significa che se il valore del bene donato non supera tale somma, l’imposta non è dovuta.
  2. Donazioni a Fratelli e Sorelle: In questo caso, l’aliquota è del 6% e la franchigia si riduce a 100.000 euro per ciascun fratello o sorella. Qualora il valore del bene superi questa soglia, si pagherà l’imposta solo sulla parte eccedente.
  3. Donazioni tra Parenti Fino al Quarto Grado: Se la donazione avviene tra parenti entro il quarto grado o affini fino al terzo grado, l’aliquota rimane del 6%, ma in questo caso non è prevista alcuna franchigia. L’imposta viene calcolata sull’intero valore del bene donato.
  4. Donazioni a Soggetti Estranei: Quando la donazione è effettuata verso persone che non hanno un legame di parentela o verso parenti oltre il quarto grado, l’aliquota sale all’8%, senza possibilità di applicare alcuna franchigia. Anche in questo caso, l’imposta si applica sull’intero valore del bene.
  5. Donazioni a Persone con Disabilità: Un’eccezione significativa riguarda le donazioni a favore di soggetti con disabilità. In questo caso, le aliquote del 4%, 6% e 8% si applicano a seconda del grado di parentela, ma la franchigia è elevata fino a 1.500.000 euro. Questa misura rappresenta un’agevolazione sostanziale, volta a proteggere economicamente le persone con disabilità.

Stipulare un Contratto di Donazione: Cosa Serve Sapere

La donazione, per essere valida, deve essere formalizzata attraverso un atto pubblico redatto da un notaio, a meno che non si tratti di donazioni di beni di modico valore. Il notaio non solo redigerà l’atto, ma si occuperà anche di versare l’imposta di donazione dovuta. Oltre all’imposta di donazione, sono previste altre tasse:

  • Imposta di Registro: Un importo fisso di 200 euro è dovuto al momento della registrazione dell’atto.
  • Imposte Ipotecarie e Catastali: Per i beni immobili, sono previste imposte pari al 2% e 1% rispettivamente per le imposte ipotecarie e catastali. Tuttavia, se l’immobile donato è una prima casa, queste imposte si riducono a 200 euro in totale.

Se il valore della donazione non supera la franchigia applicabile, il donatario è esente non solo dall’imposta di donazione, ma anche dalle imposte di registro e dalle imposte ipotecarie e catastali.

Quando L’Imposta di Donazione non è Dovuta

In alcuni casi, l’imposta di donazione non è mai dovuta. Ciò avviene principalmente per i trasferimenti di modico valore o per donazioni fatte a enti pubblici o enti assistenziali. Inoltre, le donazioni tra parenti stretti di importi inferiori alla franchigia sono esenti dall’imposta, rendendo questo tipo di trasferimento un’opzione fiscale vantaggiosa in molte situazioni.

Considerazioni Finali

Ricevere un immobile in donazione può rappresentare un notevole arricchimento patrimoniale, ma richiede attenzione agli aspetti fiscali. La complessità della normativa, con le sue diverse aliquote e franchigie, rende fondamentale rivolgersi a un professionista, come un notaio o un consulente fiscale, per evitare sorprese. Inoltre, chi desidera donare un immobile dovrebbe sempre valutare con attenzione l’impatto fiscale, sia per sé che per i propri eredi o beneficiari.


Da Pregio Immobiliare, siamo pronti a guidarvi in ogni fase del processo di donazione immobiliare, offrendovi assistenza professionale per garantirvi una transazione senza complicazioni.

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Quando si decide di intraprendere lavori di ristrutturazione o interventi edilizi, è fondamentale essere informati sulle normative vigenti e sui documenti necessari per avviare i lavori. Tra questi, la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) rappresenta uno degli strumenti principali che permette di avviare progetti edilizi senza dover attendere un’autorizzazione esplicita da parte dell’amministrazione comunale. Ma cos’è esattamente la SCIA, quando è necessaria e quali costi e tempi comporta? In questo articolo, andremo a rispondere a queste domande fornendo una panoramica dettagliata per chiunque voglia affrontare interventi di ristrutturazione o altre opere edilizie.

Cos’è la SCIA in edilizia?

La SCIA è una dichiarazione che il proprietario di un immobile o un suo delegato presenta al comune competente per comunicare l’inizio di determinati interventi edilizi. Questa procedura è stata introdotta dal Decreto Legge 78/2010 e successivamente regolamentata dal D.Lgs. 222/2016. Grazie alla SCIA, è possibile avviare i lavori subito dopo la presentazione della documentazione, purché l’intervento rispetti le normative urbanistiche, edilizie e di sicurezza.

L’obiettivo della SCIA è quello di semplificare le procedure burocratiche per interventi edilizi che, pur avendo un impatto significativo, non richiedono un permesso di costruire. Tuttavia, non tutti i lavori possono essere eseguiti con una SCIA. Vediamo quindi quali sono le differenze con altri tipi di comunicazioni e quando questa è effettivamente necessaria.

Differenze tra SCIA e CILA

Nel mondo dell’edilizia, la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) è un’altra procedura spesso utilizzata, ma con scopi differenti rispetto alla SCIA. Mentre la SCIA si applica a interventi più complessi, come ristrutturazioni significative o modifiche strutturali, la CILA viene utilizzata per lavori meno invasivi, come quelli di manutenzione straordinaria che non incidono sulla struttura portante dell’edificio. Per esempio, l’apertura di tramezzi interni non portanti o la sostituzione di infissi può essere eseguita tramite CILA.

Quando è necessaria la SCIA?

La SCIA è richiesta per una vasta gamma di interventi edilizi che comportano modifiche strutturali o di destinazione d’uso. Tra questi possiamo includere:

  • Ristrutturazione edilizia: interventi che comportano modifiche sostanziali alla struttura di un immobile, come la demolizione e ricostruzione di pareti portanti o la realizzazione di ampliamenti volumetrici.
  • Cambio di destinazione d’uso: se il cambiamento comporta variazioni urbanistiche rilevanti, come passare da residenziale a commerciale.
  • Costruzione di manufatti rilevanti: come verande o tettoie di dimensioni non modeste.
  • Restauro e risanamento conservativo: qualora comportino modifiche ai volumi o alle superfici dell’immobile.
  • Nuove costruzioni o ampliamenti: se non soggette a permesso di costruire.

È importante notare che la SCIA non è necessaria per lavori di edilizia libera, come la tinteggiatura, la sostituzione di pavimenti o altre opere di manutenzione ordinaria.

Procedura e tempistiche della SCIA

Una delle caratteristiche principali della SCIA è che consente di iniziare i lavori immediatamente dopo la sua presentazione, senza dover attendere l’approvazione esplicita del Comune. Tuttavia, l’amministrazione comunale ha 60 giorni di tempo per verificare la conformità della documentazione presentata e, in caso di errori o irregolarità, può richiedere modifiche o sospendere i lavori.

Se entro questo termine il Comune non interviene, si attiva il cosiddetto “silenzio-assenso”, che conferma la validità della SCIA. Una volta ottenuto questo documento, si hanno fino a tre anni di tempo per concludere i lavori. Se i lavori non vengono completati entro tale termine, sarà necessario richiedere una proroga o presentare una nuova SCIA.

Chi può presentare la SCIA?

La SCIA può essere presentata dal proprietario dell’immobile o da chi ha diritto sull’immobile stesso, come un affittuario, purché autorizzato dal proprietario. In genere, la redazione e l’invio della pratica vengono affidati a un tecnico abilitato, come un geometra, un architetto o un ingegnere, che si occupa di verificare la conformità dell’intervento alle normative vigenti.

Costi della SCIA

Il costo della SCIA può variare notevolmente a seconda della complessità dell’intervento e delle tariffe stabilite dal Comune. In generale, si devono considerare due voci principali:

  1. Contributo di costruzione, stabilito dal Comune e che varia in base al tipo di intervento.
  2. Onorario del tecnico incaricato della predisposizione e presentazione della pratica.

I costi possono oscillare da poche centinaia a diverse migliaia di euro. Ad esempio, per una ristrutturazione standard, i costi della SCIA possono variare tra i 250€ e i 1000€. Tuttavia, in caso di presentazione tardiva, si aggiungono sanzioni, che ammontano a circa 516€. Esistono inoltre situazioni più complesse, come la SCIA in sanatoria, che viene richiesta per regolarizzare lavori già eseguiti senza le necessarie autorizzazioni. In questo caso, i costi possono salire fino a 5000€, a seconda della gravità dell’intervento abusivo.

Conclusioni

La SCIA è uno strumento fondamentale per chiunque desideri effettuare lavori edilizi di una certa rilevanza, semplificando l’avvio dei lavori e garantendo una procedura snella ed efficiente. Tuttavia, è sempre consigliabile rivolgersi a un tecnico qualificato per valutare se il proprio intervento richiede una SCIA o un altro tipo di autorizzazione. Inoltre, comprendere i tempi e i costi associati alla SCIA permette di evitare sanzioni e ritardi nella realizzazione del progetto.


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L’ultimo resoconto del mercato immobiliare redatto dalla FIMAA-Confcommercio mette in luce una significativa trasformazione nel comportamento degli acquirenti e un rinnovato interesse verso il settore immobiliare. Con un incremento del 13,8% di persone interessate all’acquisto di nuove abitazioni entro l’anno, emergono nuove sfide e opportunità che merita esplorare approfonditamente.

Trend di Acquisto e Fattori di Influenza

L’anno 2023 ha segnato una fase di transizione significativa per il mercato delle vendite immobiliari. Nonostante una flessione iniziale delle vendite del 11,8% nei primi nove mesi, come evidenziato dai dati dell’Agenzia delle Entrate, la proiezione annuale suggerisce una lieve riduzione di questo divario al 10,6%. Allo stesso tempo, si è registrato un aumento del 1,8% nei prezzi, particolarmente influenzato dal mercato delle nuove costruzioni.

Santino Taverna, presidente della FIMAA, evidenzia una crescente preferenza verso unità immobiliari con migliorie energetiche, nonostante una riduzione proporzionale delle case nuove vendute – dal 34,8% nel 2010 al 17,7% nel 2023 – a causa di una limitata disponibilità.

Impatto del Sentiment Economico e delle Condizioni di Mercato

Il miglioramento generale del sentiment di mercato è sostenuto da una diminuzione dei tassi di interesse sui mutui e da alti canoni di locazione. Quest’ultimi hanno incentivato non solo piccoli e medi investitori a acquistare immobili da mettere a reddito, ma anche grandi investitori, concentrati su immobili prime nelle aree urbane o turistiche.

Tuttavia, alcuni ostacoli persistono, inclusi i costi elevati di ristrutturazione, le preoccupazioni economiche legate ai tassi dei mutui e alla situazione occupazionale, nonché un quadro normativo e fiscale complesso, che include problematiche come la classificazione energetica e la tassazione sulle plusvalenze.

Previsioni per il futuro

Guardando al futuro, Andrea Oliva, Coordinatore Uffici Studi FIMAA, prevede che il mercato delle locazioni sarà caratterizzato da un forte mismatch tra domanda e offerta. Con il 66,7% degli associati che prevede un aumento della domanda di immobili in affitto, molto probabilmente dovuto alle difficoltà di accedere ai mutui e agli alti tassi di interesse, il panorama delle locazioni si preannuncia in evoluzione.

Per quanto riguarda l’offerta, quasi la metà degli associati teme una riduzione della disponibilità, mentre il 48,8% prevede stabilità e solo il 7,3% anticipa un aumento. In termini di canoni di locazione, il 58% degli agenti prevede ulteriori aumenti, il 37,1% si aspetta stabilità e meno del 4,9% ipotizza un rilassamento dei prezzi.

Conclusione

Il mercato immobiliare italiano sta attraversando un periodo di notevoli cambiamenti, guidato da una rinnovata fiducia dei consumatori e un crescente interesse verso l’acquisto di abitazioni. Tuttavia, le sfide legate alle condizioni economiche, normative e di offerta richiedono una strategia attenta per coloro che operano nel settore. Per gli agenti di Pregio Immobiliare, comprendere queste dinamiche è essenziale per guidare i clienti attraverso un panorama in continua evoluzione e per massimizzare le opportunità in un mercato tanto competitivo.


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Recentemente, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza di grande rilevanza per quanto riguarda l’esenzione dall’Imposta Municipale Unica (IMU) sull’abitazione principale. La decisione della Suprema Corte ha riaffermato un principio giuridico fondamentale: per ottenere l’esenzione IMU, è necessario che la residenza anagrafica e la dimora abituale del contribuente coincidano. Questa sentenza rappresenta un tassello importante nella complessa giurisprudenza italiana in materia di tributi locali e solleva nuove riflessioni sull’interpretazione delle norme fiscali in relazione alle dinamiche familiari contemporanee.

Il Caso Esaminato dalla Corte di Cassazione

Il caso analizzato dalla Corte di Cassazione trae origine dal ricorso di un contribuente al quale era stata negata l’esenzione dall’IMU per la sua abitazione principale. La motivazione del rifiuto risiedeva nel fatto che il contribuente non aveva la residenza anagrafica presso l’immobile per il quale richiedeva l’esenzione, nonostante vi dimorasse abitualmente. La situazione era ulteriormente complicata dalla presenza di una compagna, che invece aveva ottenuto l’esenzione per la propria abitazione, nella quale risiedeva insieme alla figlia.

Nonostante le argomentazioni avanzate dal contribuente, il Tribunale di primo grado e successivamente la Corte d’Appello avevano respinto il suo ricorso. Entrambi i gradi di giudizio avevano rilevato l’assenza della residenza anagrafica nell’immobile in questione, un requisito fondamentale per l’ottenimento dell’esenzione. Di fronte a queste decisioni, il contribuente ha deciso di rivolgersi alla Corte di Cassazione, nella speranza di vedere riconosciute le proprie ragioni.

L’Indispensabile Coincidenza tra Residenza Anagrafica e Dimora Abituale

Con l’ordinanza n. 19684/2024, la Corte di Cassazione ha confermato le decisioni delle corti inferiori, sottolineando un principio ormai consolidato nella giurisprudenza italiana: per poter beneficiare dell’esenzione IMU sull’abitazione principale, è indispensabile che l’immobile in questione sia non solo la dimora abituale del contribuente, ma anche il luogo in cui è stabilita la sua residenza anagrafica.

I giudici della Suprema Corte hanno fatto riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale n. 209/2022, che aveva già affrontato la questione della coincidenza tra residenza e dimora abituale. In particolare, quella sentenza aveva dichiarato l’incostituzionalità dell’obbligo di coincidenza della residenza e della dimora abituale per l’intero nucleo familiare. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha precisato che, nonostante questa possibilità di diversificazione delle residenze tra i membri di una coppia, per ciascun soggetto che richieda l’esenzione è comunque necessario che la residenza anagrafica e la dimora abituale coincidano nell’immobile in questione.

La Nozione di “Abitazione Principale” e l’Esenzione IMU: Un’Interpretazione Rigida ma Necessaria

La sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito ulteriormente l’interpretazione della nozione di “abitazione principale” ai fini dell’esenzione IMU. Secondo la Corte, anche se esiste una certa flessibilità nella determinazione delle residenze dei coniugi o delle persone unite civilmente, questa flessibilità non può mai superare il requisito della coincidenza tra residenza anagrafica e dimora abituale per l’immobile per cui si richiede l’esenzione.

Questo principio giuridico, già presente in precedenti pronunce, acquista particolare importanza in un contesto normativo che ha visto negli ultimi anni tentativi di adattamento alle nuove esigenze sociali e familiari. La possibilità di stabilire residenze separate, infatti, risponde a una realtà sociale in cui le dinamiche familiari sono sempre più complesse e diversificate. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha voluto fissare un limite chiaro: l’esenzione fiscale non può essere concessa in mancanza della residenza anagrafica nell’immobile per cui si richiede l’agevolazione.

Riflessioni sull’Impatto della Sentenza: Una Tutela Contro Abusi e un Invito a Riflettere sulla Normativa Fiscale

La rigidità interpretativa mostrata dalla Corte di Cassazione può essere vista come una necessaria misura di tutela contro potenziali abusi o comportamenti elusivi da parte dei contribuenti. Da un lato, infatti, la Corte vuole evitare che l’esenzione IMU venga utilizzata in maniera strumentale, ovvero al solo fine di ottenere un indebito vantaggio fiscale. Dall’altro lato, tuttavia, questa interpretazione rigorosa solleva alcune riflessioni sul rapporto tra normativa fiscale e realtà sociale.

In una società in continua evoluzione, dove le famiglie assumono forme sempre più diversificate e dinamiche, la legislazione fiscale dovrebbe forse tenere conto di queste nuove realtà, cercando un equilibrio tra la necessità di prevenire abusi e l’esigenza di rispondere alle mutate condizioni di vita delle persone. La sentenza della Corte di Cassazione, pur confermando un principio di rigore giuridico, apre dunque uno spazio di riflessione importante sul futuro della normativa fiscale italiana.

Conclusioni: La Sentenza della Corte di Cassazione e le Implicazioni per il Contribuente

In conclusione, la pronuncia della Corte di Cassazione ribadisce l’importanza della coincidenza tra residenza anagrafica e dimora abituale per l’ottenimento dell’esenzione IMU sull’abitazione principale. Questo requisito si dimostra ancora più stringente in un contesto normativo che, pur riconoscendo una certa flessibilità nella gestione della residenza da parte dei coniugi o delle persone unite civilmente, impone il rispetto rigoroso delle condizioni stabilite dalla legge per beneficiare delle agevolazioni fiscali.

Per i contribuenti, ciò significa che, nel pianificare le proprie scelte abitative e fiscali, è fondamentale tenere conto di queste disposizioni per evitare spiacevoli sorprese. La conoscenza e il rispetto delle norme vigenti sono, infatti, la migliore strategia per gestire in maniera efficace le proprie responsabilità fiscali e beneficiare delle agevolazioni previste dalla legge.


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