Quando si decide di intraprendere lavori di ristrutturazione o interventi edilizi, è fondamentale essere informati sulle normative vigenti e sui documenti necessari per avviare i lavori. Tra questi, la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) rappresenta uno degli strumenti principali che permette di avviare progetti edilizi senza dover attendere un’autorizzazione esplicita da parte dell’amministrazione comunale. Ma cos’è esattamente la SCIA, quando è necessaria e quali costi e tempi comporta? In questo articolo, andremo a rispondere a queste domande fornendo una panoramica dettagliata per chiunque voglia affrontare interventi di ristrutturazione o altre opere edilizie.

Cos’è la SCIA in edilizia?

La SCIA è una dichiarazione che il proprietario di un immobile o un suo delegato presenta al comune competente per comunicare l’inizio di determinati interventi edilizi. Questa procedura è stata introdotta dal Decreto Legge 78/2010 e successivamente regolamentata dal D.Lgs. 222/2016. Grazie alla SCIA, è possibile avviare i lavori subito dopo la presentazione della documentazione, purché l’intervento rispetti le normative urbanistiche, edilizie e di sicurezza.

L’obiettivo della SCIA è quello di semplificare le procedure burocratiche per interventi edilizi che, pur avendo un impatto significativo, non richiedono un permesso di costruire. Tuttavia, non tutti i lavori possono essere eseguiti con una SCIA. Vediamo quindi quali sono le differenze con altri tipi di comunicazioni e quando questa è effettivamente necessaria.

Differenze tra SCIA e CILA

Nel mondo dell’edilizia, la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) è un’altra procedura spesso utilizzata, ma con scopi differenti rispetto alla SCIA. Mentre la SCIA si applica a interventi più complessi, come ristrutturazioni significative o modifiche strutturali, la CILA viene utilizzata per lavori meno invasivi, come quelli di manutenzione straordinaria che non incidono sulla struttura portante dell’edificio. Per esempio, l’apertura di tramezzi interni non portanti o la sostituzione di infissi può essere eseguita tramite CILA.

Quando è necessaria la SCIA?

La SCIA è richiesta per una vasta gamma di interventi edilizi che comportano modifiche strutturali o di destinazione d’uso. Tra questi possiamo includere:

  • Ristrutturazione edilizia: interventi che comportano modifiche sostanziali alla struttura di un immobile, come la demolizione e ricostruzione di pareti portanti o la realizzazione di ampliamenti volumetrici.
  • Cambio di destinazione d’uso: se il cambiamento comporta variazioni urbanistiche rilevanti, come passare da residenziale a commerciale.
  • Costruzione di manufatti rilevanti: come verande o tettoie di dimensioni non modeste.
  • Restauro e risanamento conservativo: qualora comportino modifiche ai volumi o alle superfici dell’immobile.
  • Nuove costruzioni o ampliamenti: se non soggette a permesso di costruire.

È importante notare che la SCIA non è necessaria per lavori di edilizia libera, come la tinteggiatura, la sostituzione di pavimenti o altre opere di manutenzione ordinaria.

Procedura e tempistiche della SCIA

Una delle caratteristiche principali della SCIA è che consente di iniziare i lavori immediatamente dopo la sua presentazione, senza dover attendere l’approvazione esplicita del Comune. Tuttavia, l’amministrazione comunale ha 60 giorni di tempo per verificare la conformità della documentazione presentata e, in caso di errori o irregolarità, può richiedere modifiche o sospendere i lavori.

Se entro questo termine il Comune non interviene, si attiva il cosiddetto “silenzio-assenso”, che conferma la validità della SCIA. Una volta ottenuto questo documento, si hanno fino a tre anni di tempo per concludere i lavori. Se i lavori non vengono completati entro tale termine, sarà necessario richiedere una proroga o presentare una nuova SCIA.

Chi può presentare la SCIA?

La SCIA può essere presentata dal proprietario dell’immobile o da chi ha diritto sull’immobile stesso, come un affittuario, purché autorizzato dal proprietario. In genere, la redazione e l’invio della pratica vengono affidati a un tecnico abilitato, come un geometra, un architetto o un ingegnere, che si occupa di verificare la conformità dell’intervento alle normative vigenti.

Costi della SCIA

Il costo della SCIA può variare notevolmente a seconda della complessità dell’intervento e delle tariffe stabilite dal Comune. In generale, si devono considerare due voci principali:

  1. Contributo di costruzione, stabilito dal Comune e che varia in base al tipo di intervento.
  2. Onorario del tecnico incaricato della predisposizione e presentazione della pratica.

I costi possono oscillare da poche centinaia a diverse migliaia di euro. Ad esempio, per una ristrutturazione standard, i costi della SCIA possono variare tra i 250€ e i 1000€. Tuttavia, in caso di presentazione tardiva, si aggiungono sanzioni, che ammontano a circa 516€. Esistono inoltre situazioni più complesse, come la SCIA in sanatoria, che viene richiesta per regolarizzare lavori già eseguiti senza le necessarie autorizzazioni. In questo caso, i costi possono salire fino a 5000€, a seconda della gravità dell’intervento abusivo.

Conclusioni

La SCIA è uno strumento fondamentale per chiunque desideri effettuare lavori edilizi di una certa rilevanza, semplificando l’avvio dei lavori e garantendo una procedura snella ed efficiente. Tuttavia, è sempre consigliabile rivolgersi a un tecnico qualificato per valutare se il proprio intervento richiede una SCIA o un altro tipo di autorizzazione. Inoltre, comprendere i tempi e i costi associati alla SCIA permette di evitare sanzioni e ritardi nella realizzazione del progetto.


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In questo articolo, ci immergiamo approfonditamente in ogni singolo aspetto del decreto “Salva Casa 2024”, svelando dettagli e implicazioni che ogni punto porta con sé per i proprietari di immobili e gli investitori del settore. Il nostro obiettivo è non solo delineare le modifiche legislative, ma anche interpretare come queste possano trasformare il panorama immobiliare.

Ampliamento dell’Edilizia Libera

Il decreto “Salva Casa 2024” segna un punto di svolta per l’edilizia italiana, espandendo significativamente la categoria di lavori che possono essere realizzati senza necessità di permessi. Questa modifica permette una vasta gamma di interventi, come la ristrutturazione di interni, la realizzazione di recinzioni, e l’installazione di impianti tecnologici, che precedentemente richiedevano una notevole quantità di documentazione e tempi di attesa. Con l’introduzione di questa normativa, il governo intende stimolare i proprietari ad investire nella manutenzione e nel miglioramento delle loro proprietà, incrementando il valore degli immobili e stimolando il mercato locale.

Legittimazione dello Stato degli Immobili

La nuova normativa introduce procedure più chiare e semplificate per attestare la conformità degli immobili con le norme edilizie vigenti. In particolare, i proprietari di immobili storici o di quelli con discrepanze documentali riscontrano ora un percorso meno burocratico per regolarizzare la loro situazione. Ciò è particolarmente rilevante in mercati come quello di Monopoli, dove molti immobili di pregio possono avere particolarità storiche che prima rappresentavano un ostacolo significativo per la loro piena valorizzazione sul mercato.

Tolleranze Costruttive

Il decreto stabilisce limiti di tolleranza per deviazioni minori da progetti edilizi approvati che non compromettono la sicurezza o l’estetica degli edifici. Questa modifica è fondamentale per evitare sanzioni e costi aggiuntivi in caso di errori non significativi durante la costruzione o ristrutturazione, facilitando così anche il processo di vendita e acquisto di immobili che presentano tali discrepanze.

Regolarizzazione delle Varianti Pre-1977

Una delle misure più apprezzate del decreto riguarda la semplificazione delle procedure per la regolarizzazione di modifiche e ampliamenti realizzati prima del 1977. Questo aspetto del decreto è di vitale importanza per i proprietari di immobili più antichi, che ora possono allineare più facilmente la loro proprietà alle normative attuali senza intraprendere un lungo e dispendioso processo legale.

Accertamento di Conformità

Il decreto “Salva Casa 2024” introduce nuovi processi per l’accertamento della conformità degli edifici alle normative edilizie. Queste procedure semplificate sono cruciali per garantire trasparenza e sicurezza nelle transazioni immobiliari, offrendo ai potenziali acquirenti e venditori una maggiore certezza sulla legalità e sulla qualità degli immobili.

Recupero dei Sottotetti

Il decreto promuove anche il recupero dei sottotetti per uso abitativo, una mossa che potrebbe aumentare significativamente la disponibilità di spazi abitabili nelle città densamente popolate e valorizzare immobili esistenti, trasformando spazi inutilizzati in nuove opportunità abitative.

Flessibilità nei Cambi di Destinazione d’Uso

L’introduzione di maggior flessibilità nei cambi di destinazione d’uso degli edifici apre nuove possibilità per la riqualificazione e il riutilizzo di spazi, facilitando la trasformazione da uso residenziale a commerciale o viceversa. Questo è particolarmente rilevante in contesti urbani dove la domanda di spazi commerciali e residenziali è in continua evoluzione.

In conclusione, il decreto “Salva Casa 2024” introduce misure che potenziano significativamente il mercato immobiliare, riducendo la burocrazia e offrendo ai proprietari di immobili nuove opportunità per migliorare e valorizzare le loro proprietà in un contesto meno oneroso e più agile. Per gli investitori e i proprietari nel mercato di lusso, queste modifiche rappresentano un’opportunità unica per massimizzare il valore dei loro investimenti in un momento di rinnovato interesse per il patrimonio immobiliare italiano.


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